giovedì 29 agosto 2019

ATALANTA

Atalanta, la mitica cacciatrice velocissima nella corsa, non ebbe una bella infanzia.
Il padre, avendo voluto un figlio maschio, abbandonò la neonata nei boschi in preda alle fiere.
Ma un'orsa, mandata da Artemide, si prese cura di lei e la nutrì.
Venne poi cresciuta da alcuni pastori e, vivendo selvaggiamente nelle foreste, divenne abile nella caccia e nella corsa.

Grazie alla sua fama, partecipò alla caccia del cinghiale calidonio: Atalanta lo colpì con una freccia ma, prima che potesse scoccarne una seconda, gli altri cacciatori, per non essere da meno di una donna, si avventarono disordinatamente sull'animale che riuscì ad uccidere e ferire alcuni di loro prima che Meleagro gli desse il colpo fatale. 
Meleagro, innamorato di Atalanta, le offrì la pelle del cinghiale, provocando  fra gli altri cacciatori ira e scontento che degenerarono provocando una serie di tragici eventi che si conclusero con la morte di Meleagro stesso.

Il padre di Atalanta, ammirato delle sue abilità, la chiamò a casa in Beozia e le impose il matrimonio.
Ma Atalanta, volendo rimanere vergine, disse che avrebbe sposato il pretendente che fosse riuscito a vincerla nella corsa e avrebbe ucciso gli altri.
E così andavano le cose, dal momento che la sua velocità era imbattibile. ...
Ma ecco intervenire Afrodite a sostegno del giovane Melanione: la dea gli diede tre pomi d'oro del giardino delle Esperidi, consigliandogli di farli cadere durante la corsa, prima di essere superato da Atalanta che, incuriosita, si fermò a raccoglierli e perse tempo mentre Melanione proseguiva la corsa e vinceva la gara.

Nel museo di Cleveland ( USA ) c'è un lekythos del 500 a.C. decorato da Douris con Atalanta in corsa circondata da Eroti, le insidie dell'amore che le hanno fatto perdere la corsa.



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